venerdì 27 maggio 2011

Obbligo di Vita

La vista offuscata, desiderosa di visualizzare un volto in cui non ci si riconosce. Volto odiato, disprezzato, un volto che prosegue su un binario preposto dalla vita, non desiderato dal pensiero che vorrebbe vagare libero su di un cielo limpido e privo di attrito. Una pressa che blocca la libera uscita delle emozioni, chiusura imposta dalla stranezza della vita. Una vita dove l’uomo è alla ricerca perpetua di una felicità inesistente, che da sentore di se solo quando, a deboli passi, si riesce a raggiungere per poi sparire in una nube di speranza e di inquietudine. Il volto che noi vorremmo non ci appartiene, guardandoci allo specchio non vediamo altro che una maschera che la vita ci ha fatto indossare, un abito scomodo e debole, che al più piccolo colpo cede in un dolore penetrante che arriva fino al cuore. Pazzia, crisi, depressione sono le emozioni più vive nella vita, mentre la felicità se ne resta a guardare un mondo che cerca di raggiungerla inutilmente.

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